Per la nostra rubrica “Tre domande a…” abbiamo chiacchierato con Marco Garabello, vicepresidente del Comitato Territoriale di Torino. La sua delega, che caratterizza il lavoro durante il mandato, è quella relativa al maschile, uno dei settori con più margini di crescita del movimento pallavolistico.
PS: Lo sappiamo, le domande sono in realtà quattro
Come sta il movimento maschile dal punto di vista della qualità?
“È sicuramente cresciuta, sono anche migliorate nel tempo le strutture societarie che gestiscono le squadre. Hanno un ruolo molto importante i settori giovanili, come lavorano, quali risorse possono mettere a disposizione. Negli ultimi anni sono aumentate le risorse e si riesce a fare qualità a partire dall’Under 15. Abbiamo avuto la fortuna di avere due o tre annate con giocatori interessanti: la 2008 e la 2009 sono state migliori rispetto a quelle precedenti”.
La Selezione Territoriale ha anche vinto la Aequilibrium Cup. Un segnale?
“Sulla Selezione territoriale, di cui sono dirigente, ci siamo impegnati nel monitoraggio, negli ultimi tre anni, convocando tutti gli atleti di due annate: quella di riferimento e quella successiva. L’obiettivo è avere, nel corso dell’annata sportiva, anche gli atleti dell’anno successivo. Ogni anno visioniamo circa 300 ragazzi, nell’arco dell’annata abbiamo organizzato circa 20 sedute di allenamento con due allenatori che hanno messo impegno e passione per dare visibilità e modo di lavorare univoco”.
Se la qualità è cresciuta, come sono i numeri?
“La situazione è nota, sapevamo quali erano le zone in cui si concentrava l’attività. I numeri non sono esaltanti, abbiamo avuto un piccolo incremento ma ci aspettavamo di più dopo il Covid: il femminile ha avuto una bella crescita mentre il maschile sta avendo difficoltà per la concorrenza con gli altri sport. Il primo contatto arriva verso i 14 anni, che coincide all’abbandono di altri sport: stiamo provando a intervenire nella fascia d’età dai 9 ai 12 anni per creare un tessuto di atleti che pratichino volley appena dopo il minivolley. Stiamo provando a incentivare il reclutamento maschile anche nelle società del femminile, creando magari un gruppo Under 12 per un campionato 3 contro 3. Fino ai 12/13 anni, infatti, l’attività sportiva deve essere fatta nel luogo o quartiere di residenza: più avanti si possono accorpare le squadre. Inoltre l’introduzione del campionato 6 contro 6 under 13 di quest’anno può dare una mano: un torneo più interessante che fa partire l’attività agonistica già ad ottobre invece che gennaio”.
Qual è invece il bilancio di questi primi sei mesi?
“Abbiamo cambiato il ritmo di lavoro, programmando l’attività su diversi argomenti critici, come il settore arbitrale, i campionati, il promozionale e il settore maschile, creando dei gruppi di lavoro. Abbiamo fatto un tour in provincia per capire le necessità e gli argomenti di discussione. Siamo ancora all’inizio ma nel corso del prossimo anno sportivo si vedranno i miglioramenti: sul settore arbitrale e maschile i risultati si vedranno più in là nei tempi”.